L’Autorità italiana ha svolto un’indagine con i pari internazionali dalle quali emerge un quadro poco rassicurante
Nella giornata di ieri l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato sul sito ufficiale i risultati di un’indagine sui consumi mobili, condotta assieme ad altri 28 soggetti internazionali, impegnati nella difesa della privacy e partita con il lancio a maggio dello “sweep day“. Quello che ne scaturisce non è certo un panorama idilliaco circa le possibilità di fruizione di contenuti digitali da parte dei più piccoli, soprattutto quando si tratta di veicolare informazioni e dati sensibili. Stando al documento, su 35 casi analizzati, comprendenti app per smartphone/tablet e siti web, ben 21 (più della metà dunque) sono risultati a rischio privacy e 8 di loro saranno studiati in misura maggiore per applicare, dove necessario, le dovute sanzioni.
Quadro oscuro
In generale, il contesto di riferimento ai quali i minori si approcciano non è del tutto chiaro e gratificante. Sono decine le app e i portali dedicati ai più piccoli, contenenti elementi per l’educazione, la formazione scolastica o semplicemente l’intrattenimento. Il problema maggiore è rappresentato dalla mancanza di trasparenza quando si tratta di raccogliere i dati dei bambini e la possibilità che questi possano accedere, attraverso link e banner, a servizi generali e non dedicati a loro e quindi passibili di contenere materiale non idoneo ad una certa età. “Occorrono siti e app a misura di bambino” – ha sottolineato il Presidente Antonello Soro – i risultati dell’indagine condotta dagli esperti evidenziano che siamo ancora molto lontani da una corretta tutela dei dati dei minori. E’ sempre più evidente che quasi tutti i bambini tra gli 8 e i 13 anni usano strumenti tecnologici collegati in rete, ma non sono adeguatamente protetti. Molte società che gestiscono siti e sviluppano app dimostrano un approccio irresponsabile nei confronti dei minori. Naturalmente, i genitori devono seguire i loro figli in questo percorso di crescita anche tecnologica. Il Garante della privacy continuerà a vigilare e a intervenire contro ogni forma di abuso, sia in Italia, sia all’estero assieme ai colleghi del GPEN”.