Cecità, tornare a vedere grazie a un occhio bionico

Cecità, tornare a vedere con un occhio bionico

Ciò che finora abbiamo visto solo nei film di fantascienza e che sognavamo dai tempi della serie tv “L’uomo da sei milioni di dollari” o “La donna bionica”, sembra essere finalmente realtà: una donna americana, cieca da 10 anni, ha ricominciato a vedere grazie ad un occhio bionico

Non è fiction questa volta, ma vita reale. La donna, che aveva riportato un danno permanente alla vista a causa di una retinite pigmentosa, da qualche settimana ha recuperato l’uso degli occhi, tornando miracolosamente a vedere. Come lei, allo stesso modo hanno rivisto la luce con grande emozione altre 80 persone circa, operate negli ultimi tre anni in Europa e negli Stati Uniti.

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Immagini in bianco e nero

«Quando mi hanno acceso, per così dire, sono rimasta senza fiato. Ho dovuto mettermi una mano sul petto, pensavo scoppiasse», ha raccontato Fran alla Bbc.
L’occhio bionico, realizzato dalla società californiana Second Sight, è stato battezzato Argus II. L’impianto in realtà richiede un’operazione piuttosto semplice, di qualche ora, il tempo necessario per inserire gli elettrodi in corrispondenza della retina danneggiata. Il paziente viene rimandato subito a casa e dopo una settimana il nuovo occhio può venire attivato. La parte più emozionante è quindi quella in cui al paziente viene insegnato ad usare l’occhio bionico. Gli viene chiesto di indossare degli occhiali con una videocamera incorporata, che trasmettono immagini a un computer tascabile, regolabile dal paziente per luminosità e contrasto.
Tramite wireless i segnali vengono poi inviati al ricevitore e a un chip che stimola la parte sana della retina. Ciò che il paziente è in grado di vedere, è un’immagine in bianco e nero, a bassa risoluzione. Attraverso un percorso di riabilitazione visiva si può cominciare a intravedere la forma delle cose, distinguere il chiaroscuro e quindi interagire con lo spazio e le persone circostanti. E’ il caso di Fran, che è riuscita a prendere l’ascensore dell’ufficio senza usare il bastone. Se vede una macchia per strada non è in grado di riconoscerla come tale, ma riesce a evitare l’ostacolo. Anche se non sarà mai in grado di leggere né vedere i lineamenti delle persone, la donna si immagina già a giocare con i nipoti a nascondino e a riconoscerli dall’altezza.

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Un’altra qualità di vita

Anche Roger Pontz, cieco da 40 anni di età, tornato a vedere dopo 15 anni, racconta emozioni analoghe: «So quando mio nipote corre per casa. So quando una persona mi viene di fronte. So quando mia moglie ha una maglia chiara e dei pantaloni scuri o viceversa. Sono piccole cose, ogni giorno diverse»,
Lisa Kulik invece usa l’occhio bionico dal 2013, dopo 30 anni di cecità. All’inizio poteva vedere solo i forti contrasti, come il bordo del marciapiede. Ora dice di distinguere la bistecca nel piatto, ma non i chicchi di riso.

Mentre gli impianti che fanno tornare la vista ai pazienti affetti da questa patologia continuano, la scienza sta cercando di migliorare il dispositivo per di renderlo impiantabile anche a pazienti affetti da altri tipi di patologie, la degenerazione maculare legata all’invecchiamento.
Certo, ancora si è lontani dalla visione perfetta e non è detto che funzioni in tutti i casi, ma per adesso i benefici apportati alla qualità della vita delle persone che hanno potuto usufruirne sono enormi.