Svelato l’arcano: gli sviluppatori dovranno pagare per accedere alle API di Twitter

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Il social aveva bloccato l’accesso alla piattaforma ai client di terze parti

Gli sviluppatori dovranno presto pagare Twitter per poter utilizzare la sua API. Il sito ha annunciato tramite l’account Twitter Dev che non supporterà più l’accesso gratuito alla sua API, nelle versioni 1.1 e 2, a partire dal 9 febbraio. Lancerà invece un “livello base a pagamento”, anche se non ha ancora rivelato il costo. Twitter ha sperimentato vari modi per monetizzare la sua esistenza da quando Elon Musk ha preso il timone dell’azienda. Il cambiamento più grande finora è stato Twitter Blue, che si è evoluto in un servizio di abbonamento da 8 a 11 dollari al mese, per dare agli utenti la possibilità di ottenere il segno di spunta blu e altre funzionalità esclusive. Un rapporto del New York Times dello scorso anno ha affermato che Musk e i suoi consiglieri hanno discusso della possibilità di aggiungere messaggi diretti e video a pagamento dietro il lancio di un paywall. 

Secondo quanto riferito, il board ha anche preso in considerazione l’eventualità di far rivivere Vine, la sua app di video in formato breve chiusa nel 2016. Come nota The Information, Musk ha ottenuto in prestito 13 miliardi di dollari da un gruppo di banche per concludere l’acquisizione di Twitter, creando un forte debito, pari ad almeno 1,5 miliardi di dollari in interessi. Twitter ha mostrato segnali di voler cambiare il modo in cui gli sviluppatori accedono alle sue API quando client di terze parti come Tweetbot hanno improvvisamente smesso di funzionare a gennaio. Successivamente, la società ha confermato di aver deliberatamente interrotto l’accesso a causa di “regole oramai sorpassate”, scoraggiando a più riprese i produttori di app dal creare qualcosa di simile al suo servizio principale. Pochi giorni dopo la chiusura dei client Twitter di terze parti, il sito ha aggiornato il documento di accordo con gli sviluppatori dove conferma il divieto all’accesso ai “materiali con licenza per creare o tentare di creare un servizio o prodotto sostitutivo o simile alle applicazioni di Twitter”.

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