WhatsApp afferma che lo spyware NSO è stato utilizzato per monitorare gli alleati

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Continua lo scontro tra NSO e i difensori della privacy sullo scandalo Pegasus

NSO continuare a negare ma le evidenze degli abusi del suo spyware aumentano ogni giorno. Secondo WhatsApp, Pegasus è stato usato per monitorare i funzionari governativi di parecchi stati alleati degli USA. L’amministratore delegato del gigante della chat, Will Cathcart, ha dichiarato a The Guardian che alcuni governi avrebbero usato il software Pegasus di NSO per attaccare alti funzionari governativi di tutto il mondo nel 2019, inclusi quelli della sicurezza nazionale alleati degli Stati Uniti.

Secondo quanto riferito, le violazioni facevano parte di una campagna più ampia che ha compromesso 1.400 utenti di WhatsApp in due settimane. Il rapporto sulla NSO corrisponderebbe ai risultati dell’attacco del 2019 a WhatsApp, ha affermato Cathcart. Si ritiene che anche attivisti per i diritti umani e giornalisti siano tra i monitorati.

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Cosa succede adesso

Secondo recenti sviluppi, i governi hanno usato Pegasus per hackerare i telefoni di 37 persone, comprese quelli di donne vicine al giornalista saudita Jamal Khashoggi, poi assassinato. Obiettivi apparsi anche su un elenco del 2016 di oltre 50.000 numeri di telefono, che includeva attivisti, giornalisti e politici, anche se non è chiaro chi di loro sia stato vittima di eventuali attacchi.

NSO ha fermamente respinto le affermazioni sugli hack e sull’elenco, insistendo sul fatto che non esiste “nessuna base fattuale” e che la lista era troppo ampia per essere focalizzata esclusivamente su potenziali obiettivi di Pegasus. 

Ha anche sfidato direttamente Cathcart, chiedendo se il dirigente di WhatsApp avesse “altre alternative” oltre i suoi strumenti, per contrastare “pedofili, terroristi e criminali”. Cathcart, tuttavia, ha indicato 1.400 persone bersagli del software, un monte obiettivi, secondo lui, troppo alto per non creare una situazione di rottura della riservatezza estrema.

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