Check Point Software e Lutech per la next gen security

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Smart, gestita e in cloud. È già post-pandemia, la sicurezza targata Lutech e Check Point Software. Ecco come i due vendor sono pronti a raccogliere la sfida della “nuova normalità”. Il valore di una partnership che dura nel tempo

Dietro alle partnership commerciali, anche se tendiamo spesso a scordarcene, ci sono le persone. Ci sono fatica, impegno e soddisfazioni. Le stesse che hanno costruito il legame tra Lutech, leader in Italia e player europeo nei servizi e soluzioni ICT e Check Point Software Technologies, storico nome israeliano e fornitore di soluzioni di cybersecurity a livello globale. «Check Point è stato il primo brand di security con cui abbiamo iniziato a lavorare. Qualcosa come vent’anni fa» – ricorda Alberto Roseo, managing director e CRO del Gruppo Lutech. Una partnership cementata da anni di successi commerciali e crescita nelle competenze. «Oggi siamo “4 Stars Partner” e stiamo già lavorando per raggiungere il nuovo vertice di 5 stars del programma di canale lanciato quest’anno da Check Point. Supportiamo le loro soluzioni con competenze specifiche e insieme lavoriamo per distribuire ai nostri clienti le migliori soluzioni di protezione dagli attacchi cyber».

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SICUREZZA END-TO-END

Una voce di fatturato, quella della cybersecurity, molto importante per Lutech, che lo scorso anno ha sviluppato circa 50 milioni di euro sui 440 milioni complessivi, con oltre 120 specialisti dedicati e competenze in campo che richiedono percorsi di certificazione articolati e impegnativi. Oltre che caratteristiche precise: capillarità e presidio sul territorio, forza finanziaria, competenze specifiche sulle tecnologie e capacità di risposta ai bisogni dei clienti in tema di servizi avanzati di sicurezza. Un profilo nel quale Lutech si rispecchia completamente. «Il nostro approccio alla security è integralmente end-to-end» – spiega Roseo. «Partiamo dall’Advisory che valuta gli impatti delle soluzioni di cybersecurity sui processi e sull’organizzazione aziendale. Ci occupiamo dell’implementazione di piattaforme e applicativi, fino ad arrivare all’erogazione di servizi gestiti». Un ambito nel quale Lutech ha investito molto e che ha portato alla realizzazione di un next generation SOC – Security Operation Center, per la gestione 24/7 della security, tra i più innovativi sul mercato. «Vogliamo che i nostri clienti possano concentrarsi sul loro business potendo contare su partner che gestiscano per loro la sicurezza al massimo livello di specializzazione e conoscenza, con tecnologie, come quelle di Check Point, all’avanguardia».

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Marco Urciuoli, country manager di Check Point Software Technologies

La partnership con Lutech – come sottolinea Marco Urciuoli, country manager di Check Point Software Technologies – va oltre il livello tecnico delle soluzioni. «In vent’anni di lavoro abbiamo condiviso tante esperienze ed è questo che fa la differenza. La nostra collaborazione non si limita a una firma su un contratto tra le parti – prosegue Urciuoli – e nemmeno alle condizioni che si possono applicare ai clienti, ma si tratta di una collaborazione effettiva basata sulle competenze, sul senso di responsabilità reciproco nei confronti nostri ma soprattutto dei clienti. Questo ci ha permesso di creare negli anni un rapporto di massima fiducia instaurando un clima di collaborazione lontano dalle logiche strettamente commerciali mirate alla sola acquisizione di un contratto. Lavoriamo con una logica di vera partnership che ci consente, così, di trovare insieme le soluzioni alle sfide che spesso ci pongono i clienti». Un terreno comune su cui si incontrano le rispettive vision di protezione di sistemi e infrastrutture IT. «La cybersecurity di Check Point negli anni si è evoluta e Lutech ci ha seguito in questa crescita» – osserva Urciuoli. «Ben oltre l’implementazione della seconda generazione di firewall, coinvolgendo tutti i nostri pilastri: dalle soluzioni legacy alle estensioni per ambienti SCADA, dalla sicurezza per l’IoT alla protezione di device mobile ed endpoint, fino ad arrivare alle infrastrutture cloud e alle soluzioni Infinity, di cui Lutech conta il maggior numero di progetti in Italia. Lutech si è trasformata insieme a noi, diventando uno dei nostri partner più importanti».

IL VALORE DELLA SICUREZZA GESTITA

«Lo spostamento di massa verso il lavoro remoto o smart ha cambiato il paradigma della security per le aziende» – afferma Roseo. «E anche una certa visione dell’azienda fortemente accentrata, con pochi e super controllati accessi dall’esterno. Le aziende, per rimanere operative, devono portare i propri dati e servizi fuori dal loro perimetro. Allo stesso tempo, però, l’utilizzo di strumenti di accesso remoto, sistemi di collaboration, l’accesso massivo ai servizi in cloud, hanno esteso la superficie d’attacco e con essa il livello di rischio. Le tecnologie di sicurezza Check Point ci permettono di dare ai nostri clienti una risposta efficace a questo nuovo tipo di minacce». In particolare, la migrazione al cloud in questi mesi ha raggiunto numeri importanti. Con effetti che ancora non si sono palesati completamente. «Credo che ad oggi in Italia ogni azienda che non sia ancora passata al cloud, lo stia sicuramente prendendo in considerazione» – conferma Urciuoli di Check Point. «Alcuni settori – riprende Roseo di Lutech – sono partiti prima. Altri, come la PA e il finance, hanno avuto un po’ più di diffidenza. Ma anche in questi settori si inizia a fare sul serio». L’importante novità è il rinnovato interesse da parte delle aziende medio-piccole. Qui l’utilizzo delle risorse è più discontinuo – rileva Roseo – e legato a eventi particolari come picchi nella produzione o nelle vendite.

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«In questi casi, le aziende, invece di dotarsi di data center per far fronte a sollecitazioni che si verificano solo durante brevi periodi a seconda del business, con il cloud possono disporre di efficienza e disponibilità di risorse illimitate». Un percorso, quello di avvicinamento al cloud, che sempre di più riguarda anche la gestione dei servizi di sicurezza. «Specialmente in questi momenti di difficoltà – continua Roseo – la nostra proposta di sicurezza gestita, in partnership con Check Point, permette di avvicinarsi a una serie di servizi avanzati accessibili in modo semplificato».

Spesso infatti l’esigenza più sentita è proprio quella di riuscire a gestire processi e architetture in modo semplice, superando la frammentazione e la mancanza di risorse specializzate. «Le aziende hanno investito su competenze per la governance della security al loro interno. Un aspetto fondamentale per la corretta gestione della security aziendale» – osserva Urciuoli. «Staccandosi sempre di più dall’acquisizione di competenze tecnologiche, perché trovano in partner come Lutech servizi di gestione e specialisti dedicati a loro disposizione, ai quali demandare la gestione della complessità e che forniscono servizi e tecnologia allo stato dell’arte».

SMART WORKING ASSESSMENT

«Nella realizzazione di progetti di security – aggiunge Urciuoli – la fase del consolidamento riveste un ruolo fondamentale. Ridurre il numero di fornitori non solo semplifica la necessità di monitorare più console di gestione, ma consente un livello di sicurezza più elevato grazie a un’integrazione superiore e a meno lacune funzionali tra le protezioni fornite da ciascun prodotto. Inoltre, permette di ridurre significativamente i tempi, i costi e le risorse dei processi. Questa vision si traduce in una strategia comune e condivisa con Lutech, concretizzandosi in una nuova proposta integrata e di valore per il cliente: Check Point con le sue soluzioni all’avanguardia e best practice, Lutech con il ruolo di regista che segue l’evoluzione di un prodotto che si trasforma in un progetto, insieme all’expertise nella gestione dei grandi clienti».

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Una relazione che riesce a dare vita a iniziative mirate come l’analisi gratuita dell’assessment sul piano dello smart working, un servizio gratuito che in pochi giorni permette di valutare il livello di maturità dell’organizzazione. «Nei momenti più acuti della crisi – spiega Roseo di Lutech – quando siamo entrati in questo incubo della pandemia, ci siamo subito chiesti cosa fare per i nostri clienti e per le aziende che come noi si trovavano ad affrontare questo momento difficile. Con questo spirito, abbiamo avviato una campagna, sui nostri canali web e social, di piccole ma importanti proposte di supporto alle aziende come quella di misurare il grado di applicabilità dello smartworking e la conseguente postura di security dell’azienda in questa fase di trasformazione. Un workshop da remoto che sta ottenendo molto successo – conclude Roseo – perché permette di consegnare all’azienda un’istantanea e di definire concretamente i passi necessari per una strategia evolutiva e personalizzata».