Microsoft Italia presenta AI Hub

AI Deploy di OVHcloud introduce modelli di Intelligenza Artificiale preimpostati con Lettria

L’AI è una delle priorità del 2021 e giocherà un ruolo cruciale nelle vite dei singoli e delle aziende pubbliche e private

Microsoft Italia ha lanciato “AI Hub”, progetto che fa parte del piano di rilancio “Ambizione Italia #DigitalRestart”. AI Hub nasce con l’obiettivo di aiutare, insieme a un ecosistema di partner selezionati, le organizzazioni Italiane ad avvicinarsi al mondo dell’Intelligenza Artificiale, per realizzare progetti di impatto sul proprio business e in grado di contribuire alla competitività del Paese. 

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Ambizione Italia ha già messo in atto un investimento di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, così come ha spiegato Sergio Romoli, Direttore della Divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia. «Secondo un recente studio, a livello mondiale, il mercato dell’AI è in crescita del 20%. Il segmento, in Italia, cresce dell’1,5%, può sembrare poco e, in effetti, fino al 2024 il nostro Paese non coglierà del tutto le opportunità offerte dalla tecnologia applicata in tanti ambiti».

Il motivo di tale impasse? «La pandemia non ha aiutato le aziende a destinare un certo budget al mondo della digitalizzazione del dato, non inteso come strumento centrale nella produzione ma una eventualità “accessoria”, a cui pensare in seguito. Ovviamente non può essere così, davanti agli occhi abbiamo numerosi casi di successo legati all’economia digitale, conseguenza dell’aver considerato le informazioni “aumentate” come fattori abilitanti un nuovo modo di lavorare, in settori dove quasi non ce lo si aspetterebbe».

Sergio Romoli, Direttore della Divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia

L’IA è la raffineria dell’oro liquido

Secondo Romoli, se il dato è l’oro, per molti il petrolio, del nuovo millennio, allora l’Intelligenza Artificiale è la raffineria dove tale materiale viene purificato e, in un certo senso, ottimizzato. Bisogna però capire a cosa guardano le aziende prima di fare investimenti, anche nell’IT. «Per loro natura, i sistemi di AI necessitano di essere allenati su un set di dati e la qualità della performance dell’algoritmo dipende anche dalla qualità di tale apprendimento. Si capisce quindi che c’è bisogno di un certo framework di base, sul quale i reparti e le divisioni aziendali devono ragionare».

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«Quando cominceremo a pensare al dato come cuore della produttività, allora potremo davvero guardare con maggiore convinzione alle innovazioni portate dall’AI». Partendo da tali spunti, dall’assenza di una forte convinzione dell’imprenditore italiano al mondo dell’intelligenza artificiale, Microsoft ha avviato il suo “AI Hub” proprio per accompagnare le imprese verso la scoperta delle possibilità aperte della tecnologia di riferimento.

Si tratta di un’iniziativa aperta, open nell’accezione che piace sempre più spesso a Microsoft Italia. «Vogliamo che AI Hub sia un catalizzatore, così che tutte le iniziative oggi presenti nel nostro Paese convergano e facciano rete. Sappiamo che il problema principale non è l’assenza di tecnologia, visto che molti dei nostri clienti già poggiano la loro operatività su sistemi avanzati, ma urge ampliare la consapevolezza nel capire cosa si può davvero fare, ora e subito, con hardware e software, anche prototipati, tradotti in soluzioni reali e di impatto» conclude Romoli.

I partner

Ci sono già molti partner, tra cui storici, di Microsoft che hanno aderito al progetto, così come clienti, già pronti a beneficiare dell’applicazione dell’AI negli strumenti del colosso di Redmond. Tra gli altri, Stevanato Group, leader nella produzione di packaging primario in vetro, macchine da ispezione per vaccini e componenti in plastica per test diagnostici, anche per il Covid-19. Stevanato Group ha scelto HoloLens 2 e altri tool di Microsoft per effettuare validazione degli impianti e assistenza in remoto per i clienti. L’AI è stata inserita nei software collegati alle macchine per le ispezioni, migliorando così il riconoscimento delle problematiche e ridurre, tra l’altro, i falsi positivi, migliorando il detection rate del 5%. 

«Abbiamo messo in moto un percorso di adozione di cosiddetto “new digital ecosystem” che andrà avanti, come finalizzazione, almeno fino al 2022. L’obiettivo è quello di recuperare informazioni, sia interne che esterne, per trasformare i dati in direzioni complete e aumentare il vantaggio competitivo dei nostri clienti” sottolinea Raffale Pace, Engineering Vice President of Operations di Stevanato Group.

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All’interno dell’ecosistema, Stevanato Group ha inserito il tema dell’Intelligenza Artificiale. In che modo? «Stiamo lavorando ad una piattaforma, che verrà lanciata a febbraio, capace di migliorare le attività di ispezione. Il tutto, grazie ai modelli di deep learning applicati alle operation, che potranno persino riconoscere quando quello che chiamiamo un “contenitore grigio” è risultato di un falso positivo oppure è effettivamente non idoneo ad essere spedito al cliente». Sono questi contenitori grigi che, secondo Pace, rallentano il lavoro di produzione ,richiedendo non di rado anche una ri-calibrazione delle macchine.