La sfida di fornire vaccini a tutto il mondo

Il dilemma del responsabile IT: prima la sicurezza o prima il cloud?

Distribuire vaccini in modo efficiente ed equo, in tutto il mondo, a pandemia in corso, è una sfida colossale. In questo articolo esamineremo la portata del problema e discuteremo di come affrontare la sfida che ci si presenta davanti a livello globale

A cura di Massimo Dino Ceresoli, Head of Innovation and Consulting – Southern Europe di Orange Business Services

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L’annuncio di un vaccino contro il COVID-19 è stato accolto con sollievo in tutto il mondo. Alcune delle migliori menti scientifiche del mondo hanno lavorato allo sviluppo dei vaccini, e persone altrettanto brillanti sono impegnate per garantire che venga somministrato a ciascuno di noi.

Nonostante i grandi progressi fatti, rimangono sfide significative, che sono state ampiamente discusse dagli esperti sulle riviste scientifiche.

In questo e nel successivo articolo vedremo insieme le difficoltà e gli approcci possibili che governi e aziende potrebbero prendere in considerazione per garantire un maggiore impatto positivo per questi vaccini. Proveniamo professionalmente da un altro settore e non ho l’ambizione di comprendere appieno le tipologie di vaccini o la ricerca che ha consentito di svilupparli: mi concentrerò piuttosto sugli scenari logistici della campagna vaccinale.

Questa tabella fornisce un’utile panoramica dei vaccini disponibili e dei requisiti di ciascuno:

Riepilogo dei vaccini disponibili contro il COVID-19 (fonte FT.com)

Comprendere l’entità del problema

Si parla spesso di “incubo logistico” per descrivere la difficoltà di fornire il vaccino a miliardi di persone. Per cogliere meglio le dimensioni del problema di fronte a noi, possiamo contestualizzare di seguito le preoccupazioni e difficoltà da affrontare.

Per una vaccinazione efficace, molti di questi farmaci richiedono due dosi somministrate a circa un mese di distanza. Tuttavia, la durata di conservazione di alcuni dei vaccini è inferiore a un mese. Anche senza la complicazione aggiuntiva della conservazione a freddo e dei protocolli pandemici, come il distanziamento sociale, questo requisito della doppia dose è un ulteriore elemento di difficoltà, e nel contesto della crisi attuale, questo aspetto si trasforma in una sfida davvero importante.

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I vaccini vengono spediti per via aerea – il trasporto su gomma è generalmente utilizzato solo per “l’ultimo miglio”. Anche in questo caso dobbiamo considerare che:

  • Il 50% dei prodotti farmaceutici viene spedito su aerei passeggeri anziché su mezzi dedicati
  • Dall’inizio della pandemia, i viaggi aerei in tutto il mondo sono diminuiti di oltre l’85%
  • la capacità di carico complessiva è diminuita del 40%

La temperatura media delle celle frigorifere farmaceutiche nella supply chain, secondo transportgeography.org, è compresa tra 2°C e 8°C. Tuttavia, “solo raramente i prodotti farmaceutici sono trasportati in contenitori ISO, in genere si scelgono invece confezioni refrigerate più piccole per il trasporto su furgoni e aerei”[1].

Questi metodi consolidati di trasporto per i prodotti farmaceutici non sono adatti a gestire le temperature molto rigide richieste da alcuni vaccini. Proprio come i nostri farmaci tradizionali non hanno funzionato contro questo nuovo virus, i nostri meccanismi logistici esistenti si trovano in difficoltà senza fare innovazione. Le grandi celle frigorifere normalmente destinati agli alimenti non possono essere utilizzate per motivi di costo, sicurezza e tipo di alimentazione elettrica, diverso in tutto il mondo.

Le aziende di logistica come UPS, FedEx e DHL hanno progettato catene di consegna specifiche per COVID e le aziende farmaceutiche stanno affrontando le sfide dello stoccaggio e del trasporto. Pfizer ha progettato celle frigorifere riutilizzabili con ghiaccio secco in cui trasportare il proprio vaccino: ogni scatola riutilizzabile può contenere tra 1.000 e 5.000 dosi a temperature ultra-fredde per un massimo di 10 giorni. Pfizer ha detto che il suo vaccino può essere conservato fino a cinque giorni a temperature da frigorifero (2-8° C), a condizione però che la scatola venga aperta solo due volte al giorno e solo per un minuto ogni volta.

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Inoltre, la complessità delle normative e dei contesti specifici di ogni paese richiede la collaborazione tra più parti, dai produttori di farmaci alle società di logistica, fino alle strutture sanitarie.

Questa complessità porta a un aumento dei costi per vaccinare i miliardi di persone che ne hanno bisogno. Una ricerca della Bill Gates Foundation stima che un’equa distribuzione di vaccini in tutto il mondo potrebbe evitare il 61% dei decessi – se invece saranno distribuiti esclusivamente alle nazioni ad alto reddito questa percentuale si ferma al 33%.

Un programma di vaccinazione davvero globale salverebbe dunque il doppio delle vite.

Incredibilmente, questi vaccini sono stati sviluppati e approvati in meno di un decimo del tempo che questa procedura richiederebbe in genere. Si tratta di progetti complessi, e la vita di milioni di persone dipende dal loro risultato, ma la complessità non si esaurisce con il successo della produzione, dei test e dell’approvazione di un vaccino. Questo è solo il punto di partenza, per la prossima fase del progetto: la distribuzione.

Nel prossimo articolo parleremo del ruolo che l’IT ha nell’affrontare questa complessità, riducendo costi e rischi.

[1] * Rodrigue, J-P (a cura di) (2020), The Geography of Transport Systems, quinta edizione, New York: Routledge.